Panico: anche i VIP ne soffrono



L’attacco di panico è  la  patologia psichiatrica più diffusa. Un attacco di  panico isolato è frequentissimo nella popolazione. L’incidenza è molto elevata nei paesi altamente industrializzati e nelle fasce giovanili della popolazione.
Alcune  indagini svolte tra studenti di college americani per verificare l'incidenza degli attacchi di panico hanno mostrato altissime percentuali, con variabilità tra il 6% ed il 51% , mentre una equivalente indagine in Italia sempre su studenti ha evidenziato una percentuale egualmente molto alta del 32%
(Sanavio, Cornoldi, 2001). Nella maggior parte dei casi un attacco di panico isolato resta un episodio singolo che può non ripetersi più nella vita di un individuo. Se gli attacchi si ripetono, possono evolvere nel disturbo di panico. Il panico colpisce soprattutto le fasce giovanili( 18-20 anni), ma con percentuali più basse non risparmia neanche  bambini, adolescenti e persone adulte. Data la sua alta incidenza nella popolazione, il panico può colpire chiunque. Ne sono vittime persone di ogni estrazione sociale e  culturale, ricchi o poveri, famose o non famose. Anche personalità celebri hanno sofferto o attualmente soffrono di problemi di panico.
Pat Merrill editore di Encourage Newsletter (Scottsdale, Arizona), ha fatto una ricerca attraverso una miriade di fonti e giornali per  rintracciare i VIP che avevano dichiarato in articoli ed interviste di aver sofferto di  crisi di panico. Ne è risultata una cospicua lista di personaggi noti come:  Carly Simon,  Aretha Franklin,  Lani O'Grady (attrice),  Michael English (musicista gospel),  Sir Laurence Olivier,  Earl Campbell (vincitore del Trofeo Heisman),  Al Kasha (cantautore),  Emily Dickinson,  Nicolas Cage,  Roseanne e Madonna.
  Ma la lista compilata da Merrill è molto lunga e comprende altri nomi celebri come  John Madden,  Leila Kenzle,  Sally Field,  Shecky  Greene,   Alanis Morisette,  Burt Reynolds,  Kim Basinger,  Olivia Hussey,  Tom Snyder,  Sam Shepard.
Ed in Italia? Anche nel nostro paese personaggi famosi hanno confessato di aver sofferto di attacchi di panico. Per citarne alcuni il pianista Giovanni Allevi e l’attore Alessandro Gassman
Alessandro Gassman  ha rilasciato qualche tempo fa una intervista alla rivista OK in cui descrive la sua malattia e la guarigione:  "Nel 2003 sono entrato in cura: psicanalisi. Non mi vergogno. Ho seguito la terapia junghiana e poi sono passato all'analisi transazionale, un'evoluzione delle teorie di Freud. Vedo il mio terapeuta una volta alla settimana, è in contatto con il neurologo che mi ha prescritto un trattamento, un nuovo ritrovato che incrementa la serotonina, al contrario degli ansiolitici non mi abbatte. Una pasticca la mattina di questo serotoninergico, punto. Sto proprio bene, era da tanto che non stavo così bene. Dal punto di vista analitico, il mio problema è stato definito disturbo d'ansia generalizzato. 
Dal punto di vista neurologico, ho sofferto di carenza di serotonina, quella che chiamano la molecola della felicità. A un certo punto, ho dovuto farmi aiutare perché il disagio si era evoluto, era diventato troppo grande: attacchi di panico. Spiegarli non è facile. Ecco, è la stessa sensazione che provereste se entrasse nella stanza un animale feroce, all'improvviso. Vuole attaccarvi e voi non potete combatterlo. 
E allora monta la paura, il cuore esplode fuori dal petto, vi sembra di morire. 
Se ho deciso di raccontare la mia lotta con questo strano male, è perché spero che serva a qualcuno. Chi ne soffre pensa: "Oddio, sono matto". La gente crede sia una malattia secondaria, magari un frutto dell'immaginazione. Invece no, ti sconvolge la vita. Quando hai avuto un attacco di panico, stai nel terrore che da un momento all'altro si ripeterà. Io non comunicavo più, ascoltavo solo me stesso, intrappolato nell'incubo che quella bestia crudele tornasse mentre lavoravo, mentre guidavo, mentre ero con mio figlio. Sbagliavo. Nei casi come il mio, è importante parlare. E avere fiducia. Gli attacchi di panico, ho letto le statistiche, sono in aumento in tutto il mondo occidentale. Sarà il sovraccarico di lavoro, di stress, di responsabilità. Ma io vi assicuro: è una cosa da cui si guarisce".


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