Le tecniche respiratorie nei disturbi d'ansia e panico

Il Respiro che Cura

Essere ansiosi in talune circostanze è normale. Uno stato di lieve ansia  consente di attivarci meglio, essere più concentrati ed affrontare in modo più efficiente certi impegni particolari. Quando questo stato di attivazione dell’organismo diventa eccessivo e frequente tale da interferire con le altre attività della nostra vita, può trasformarsi in un disturbo d’ansia.
Esistono secondo il DSM   vari  tipi di disturbi d’ansia.Nel disturbo d'ansia generalizzato si hanno timori o preoccupazioni ricorrenti, come ad esempio per la salute o per la situazione finanziaria , e spesso si avverte un senso persistente che qualcosa di brutto possa verificarsi da un momento all’altro, sebbene il motivo  che procura l’ ansia possa non essere individuabile.  Il Disturbo di panico comporta improvvise, intense emozioni di terrore e paura senza motivo apparente. I  Disturbi fobici coinvolgono fobie o paure intense, su determinati oggetti o situazioni, come incontrare certi animali o volare in aereo, mentre le fobie sociali coinvolgono la paura di trovarsi in situazioni con persone nuove o in luoghi pubblici. Il  Disturbo ossessivo-compulsivo è caratterizzato da sentimenti o pensieri (ossessioni) e routine o rituali (compulsioni) persistenti, incontrollabili e indesiderati, in cui gli individui si impegnano per cercare di prevenire o di liberarsi di questi pensieri. Nel disturbo  post-traumatico da stress una persona vittima di un incidente o di una situazione traumatica è ossessionata da pensieri, sentimenti e comportamenti  che le ricordano l'evento, a volte mesi o addirittura anni dopo l'esperienza traumatica.

Sintomi come forte paura, mancanza di respiro, tachicardia, insonnia, nausea, tremori e vertigini sono comuni in tutti questi disturbi. I disturbi d’ansia spesso comportano forti sofferenze e limitazioni  e quando non trattati possono cronicizzarsi, rendendo molto difficile la vita delle persone. La psicoterapia effettuata da psicoterapeuti abilitati, può trattare efficacemente questi disturbi .

 Accanto alle tecniche delle psicoterapie tradizionali di tipo verbale, si possono affiancare  tecniche psico-corporee che consentono di alleviare o far regredire già inizialmente i sintomi dell’ansia. La diminuzione del sintomo in alcune patologie come il disturbo di panico, può essere importante per dare fiducia al paziente e consolidare l’alleanza terapeutica. Altresì è importante che in concomitanza al trattamento dei sintomi ci sia sin dall’inizio già un lavoro di consapevolezza  sul senso, sull’origine e sull’ “utilizzo” del sintomo da parte del paziente. Il sintomo per quanto doloroso costituisce spesso un meccanismo difensivo, una  sorta di “stampella”  per la persona che ne è affetta, e  spesso l’eliminazione può causare altri problemi . Questo è uno dei motivi per cui le tecniche che operano in modo esclusivo sulla sfera corporea  non portano sempre ad una guarigione profonda.  Ci occuperemo in questo scritto delle tecniche corpo-mente che agiscono attraverso il controllo volontario della respirazione e che facilitano una regressione dei sintomi  nell’ansia e nel panico. prenderemo in considerazione in particolare le tecniche del Rebirthing, il Metodo Buteyco,  l’Olotropic  Breathwork (respirazione olotropica) ed alcune tecniche del Pranayama Yogico.
Il respiro (la modalità con cui respiriamo) è fortemente in relazione con gli stati d’animo: quando ci troviamo in una condizione di serenità e di calma, respiriamo in modo lieve, tranquillo ed impercettibile mentre quando siamo ansiosi o irritati anche il respiro diventa affannoso e rapido. Ad una persona agitata e nervosa, gli si dice per calmarsi, di fare qualche “bel respiro profondo”. Questo consiglio può essere efficace solo se si respira lentamente e l’aria viene condotta nella parte “profonda”, cioè bassa, dei polmoni, attraverso  l’utilizzo del diaframma. I  benefici di questa modalità di respirare sono descritti in tutte le tecniche che saranno esposte. Ma spesso tale consiglio viene dato o inteso nel senso di effettuare dei respiri veloci e ripetuti, gonfiando i polmoni rapidamente, in modo forzato ed al massimo della capienza. Questa modalità di “respirazione profonda” attiva invece proprio dal punto di vista fisiologico condizioni che favoriscono l’ansia e l’agitazione. Una modalità di respirazione corretta, unitamente ad un atteggiamento mentale di consapevolezza del respiro e di calma profonda favorisce il ripristino di condizioni fisiologiche e psicologiche che rendono meno probabile un attacco di panico  o una crisi di ansia nel paziente. Una delle condizioni che fungono da innesco nell’attacco di panico è la tendenza ad “iperventilare”. Questa  condizione spesso può diventare una cattiva abitudine di respirare che può radicarsi nell’organismo. Iperventilare significa respirare con una frequenza più rapida  ed un’ampiezza più accentuata in modo da immettere più aria nei polmoni. Risulta paradossale scoprire che respirando più velocemente e “profondamente” per prendere più aria, si produce l’esatto contrario: una  minore ossigenazione dei tessuti e del cervello. Questo accade perchè attraverso la respirazione veloce eliminiamo più anidride carbonica (CO2) dagli alveoli polmonari  (ipocapnia), riducendo gli scambi tra ossigeno e sangue. L’anidride carbonica gioca un ruolo determinante negli scambi gassosi e se diminuisce oltre un certo valore, diminuisce anche la quantità di ossigeno che passa dai polmoni al  sangue e quindi al cervello. Questo fenomeno della riduzione di ossigeno è responsabile delle sensazioni di vertigini, di nausea e di confusione che sono tipiche del disturbo di panico o delle forti crisi d’ansia.
Nella mia personale esperienza, ho praticato ed insegnato per molti anni rebirthing, ed altre tecniche che lavorano sul respiro come la bioenergetica, la respirazione olotropica, il katsugen-un-do (movimento rigeneratore) ed negli ultimi anni mi sono accostato al metodo ButeyKo. Utilizzo  queste tecniche affiancandole alla psicoterapia, e ne verifico continuamente l’efficacia sia nei lavori di gruppo che nelle terapie individuali per cui  sono giunto alla conclusione che le diverse tecniche di respirazione, spesso  utilizzate nella terapia dei sintomi dell’ansia e del panico in modo indifferenziato non hanno tutte egualmente  la stessa efficacia, ma piuttosto devono considerarsi  metodi che perseguono obiettivi diversi ,che agiscono con diverse modalità di azione e che dovrebbero avere utilizzi diversi nell’ambito terapeutico.
Rebirthing Il  Rebirthing è una tecnica terapeutica utilizzata nella medicina alternativa e alcune psicoterapie ad indirizzo corporeo . Trova la sua efficacia soprattutto  per il trattamento di pazienti che hanno subito un evento traumatico. L'idea di base del rebirthing è quella di riprodurre attraverso uno stato alterato di coscienza indotto da una  iperventilazione volontaria, una esperienza che rievoca la nascita. Questa ri- nascita può  creare così un nuovo inizio, una nuova coscienza nella vita e nella mente del paziente. La base della terapia si fonda proprio sulla possibilità di rivisitare o rievocare il trauma sperimentato durante la nascita e di  rielaborare da un punto di vista   psicosomatico l’evento stesso della nascita producendo effetti terapeutici e trasformativi a livello corporeo e mentale. La tecnica di respirazione di base del rebirthing è anche conosciuta come respirazione circolare consapevole e  connessa. Questa tecnica è stata sviluppata da Leonard Orr negli anni 1960 e 1970. Pratiche simili di respirazione volontaria e consapevole derivano dallo yoga, in particolare dal pranayama e sono state sperimentate e utilizzate in oriente da diverse centinaia di anni . L'essenza della pratica sta nel prestare attenzione al  proprio respiro, respirando a un certo ritmo, senza pause tra le fasi del respiro, con un atteggiamento di abbandono ed accettazione di quanto accade nel corso della sessione. Sebbene Orr  abbia descritto diversi schemi respiratori, riguardanti ritmo, frequenza ed ampiezza del respiro, nella prassi  i rebirther  utilizzano solitamente uno schema di respirazione più sostenuta del normale, connessa e circolare. Tale modalità di respirazione, veloce e profonda, tecnicamente potrebbe causare condizioni di iperventilazione in soggetti predisposti creando proprio quelle  condizioni favorenti l’attacco di ansia o di panico.
Tale possibilità sembra scongiurata, ma nella prassi non sempre è così, dal  fatto che il  respirante attraverso la respirazione circolare raggiunge anche una distensione profonda, ponendo l’accento sulla espirazione che è completamente rilassata e spontanea. L’atteggiamento mentale che accompagna il rebirthing, di attenzione ed allo stesso tempo di arrendevolezza, comuni alle esperienze della meditazione, è un elemento fondamentale della tecnica. Gli elementi  terapeutici del rebirthing efficaci sugli stati ansiosi sembrano derivare  dallo stato di profondo rilassamento indotto dalla consapevolezza sul respiro circolare. Diversi studi  hanno dimostrato che nella pratica del rebirthing, pur respirando rapidamente, si produce uno stato mentale e corporeo di profondo rilassamento con conseguente rilascio di neuropeptidi ed endorfine, gli oppidi  naturali prodotti dal nostro stesso organismo. Nella mia esperienza di pratica quasi ventennale del rebirthing sia in sessioni individuali che di gruppo  ho potuto verificare ampiamente l’efficacia in diversi casi, con l’eccezione di alcuni pazienti che presentano una forte tendenza ad entrare in stati di  iperventilazione. In questi casi mi sembra  più indicato utilizzare inizialmente schemi  respiratori  lenti, come prescritto dalla teoria del metodo ButeyKo.
Metodo ButeyKo Il metodo ButeyKo utilizza tecniche di respirazione completamente opposte al rebirthing e comprende diversi esercizi che hanno lo scopo di rieducare la respirazione. Secondo il suo fondatore la respirazione è alterata nella stragrande maggioranza delle persone anche con salute normale  e maggiormente quando sussistono condizioni patologiche. Il principio del metodo, messo a punto dal medico e fisiologo  sovietico  Konstantin ButeyKo. si basa sul principio che bisogna respirare di meno, inalando meno aria di quanto di solito si fa, per rendere più efficiente la respirazione. Secondo ButeyKo la maggior parte delle persone respirano male sia per lo stress, sia perché seguono stili di vita sbagliati, ma anche per motivi culturali derivanti dal pregiudizio, avallato dalla medicina ufficiale, che respirando  in modo profondo e con maggiore ampiezza e frequenza si assume più ossigeno. In realtà come abbiamo già descritto accade esattamente il contrario: una respirazione profonda e veloce comporta una maggiore perdita di anidride carbonica, rendendo meno efficienti gli scambi gassosi tra polmoni e sangue. La conseguenza è che la condizione di ipocapnia ( bassa concentrazione di anidride carbonica nel sangue e negli alveoli polmonari) impedisce una efficace ossigenazione delle cellule, favorendo l’insorgenza sia di disturbi respiratori che di disturbi psichiatrici come ansia e panico. Le tecniche di ButeyKo sono mirate proprio a ridurre al minimo l’eliminazione di CO2 migliorando l’ossigenazione dei tessuti e del cervello. Buteyko suggerisce che una respirazione corretta e salutare deve essere superficiale, nasale, addominale e lenta. Le persone sane respirano lentamente ed in modo quasi impercettibile, mentre il volume respiratorio, l’aria introdotta in un minuto, risulta alterato in molte patologie. Il metodo Buteyco ha avuto significativi successi in particolare nella cura dell’asma ed altri disturbi respiratori,  ma la pratica del metodo è stata successivamente estesa al trattamento di ansia, panico ed altre patologie.
Respirazione Olotropica .  (Olotropico, dal greco holos “tutto” e trepein “ che si muove verso di…”, respirazione che si muove verso il tutto, l’interezza) R.O. è una pratica terapeutica basata sul respiro ed altri tipi di stimoli sensoriali come suoni e musiche potenti ed evocative, interventi sul corpo quali pressioni o manipolazioni energetiche. La pratica secondo il suo ideatore Stanislav Grof, medico psichiatra americano di origini ceche, consente di accedere ed esplorare  stati non ordinari di coscienza aventi un potere terapeutico e trasformativo. Il principio del metodo si basa sulla capacità omeostatica della nostra psiche di attivare processi di guarigione spontanei attraverso l’esplorazione della coscienza. Il modello della coscienza di Grof  alla base della teoria è un complesso modello cartografico della psiche a spettro, transculturale ed olistico, comprendente regioni esperienziali biografiche, perinatali e transpersonali. Grof, per quanto riguarda la tecnica respiratoria non da’ indicazioni  eccessivamente rigorose: prescrive di adottare una respirazione più rapida rispetto al ritmo normale ma senza sforzo, mantenendola per tempi prolungati (qualche ora), concentrandosi sulle reazioni e sensazioni del corpo. Anche se il tipo di respirazione utilizzati nella Olotropic Breathwork è stato chiamato 'iperventilazione volontaria' per distinguerlo dalla condizione medica della sindrome di iperventilazione”, secondo i sostenitori della tecnica differisce sostanzialmente dalla condizione patologica.
Pranayama. Pranayama in sanscrito significa respirazione controllata. 'Prana',  significa  respiro vitale o anche energia vitale fondamentale, mentre 'ayama' sta per il potere di dirigere o determinare. È il principio fondamentale dello yoga.  Il processo di controllo del Prana è chiamato Pranayama. Così pranayama è considerata nello yoga  la scienza relativa a fornire la forza vitale (prana) all’organismo, di eliminare i prodotti di scarto e di controllare il complesso mente corpo. Oltre all’inspirazione e l'espirazione, pranayama comprende anche la ritenzione del respiro (noto come 'Kumbhaka' in sanscrito). Questo è un processo molto importante. L'aria può essere trattenuto nei polmoni o fuori dai polmoni. I testi antichi affermano che la conservazione di aria, aumenta il livello di prana (energia) nel corpo e regola il flusso dell'energia pranica attraverso il corpo. Così il pranayama secondo i testi sacri dello yoga aiuta a guarire tutti i disturbi e può anche fermare il processo di invecchiamento del corpo. Il pranayama che si esegue in alcune posizioni del corpo (asana) regola anche la relazione tra mente e respiro.   Quando la mente è calma e rilassata, la respirazione è regolare e lenta. Se si è stressati  la respirazione è veloce e superficiale, ma soprattutto coinvolge il torace. Quando siamo  arrabbiati, ad esempio,  il respiro diventa veloce e forte, negli  stati depressivi  si tende a sospirare, così pure nel  dolore ansimante,  negli stati di ansia invece il respiro diventa  poco profondo e rapido. Il Pranayama è fondamentalmente una respirazione ritmica, portando il respiro nel proprio ritmo naturale controllando il processo di inspirazione, espirazione e ritenzione, mira ad utilizzare il respiro come processo terapeutico o di controllo dagli stati mentali ed emotivi. Nel processo di respirazione yogica, si usano sia il diaframma, sia i  muscoli intercostali. La respirazione diaframmatica è chiamato respirazione verticale ed è considerato un modo più efficiente per inalare aria di inspirazione, mentre l'espansione del torace è definita  come  respirazione orizzontale. Nel pranayama sono utilizzati vari schemi ed esercizi respiratori  con diverse finalità che comprendono sia  tecniche di respirazione veloce e diaframmatica ( fino a 100 cicli respiratori al minuto) sia tecniche respiratorie in cui il ritmo respiratorio è molto lento (4-5 cicli al minuto).
I vantaggi della respirazione rallentata descritta nel Pranayama  risiedono: in una maggiore quantità di ossigeno disponibile per ogni respiro, che  rende  la respirazione più efficiente;  la  respirazione consapevole profonda influenza notevolmente le attività corticali, rilassando il sistema nervoso,  calmando  la mente, riducendo il flusso di pensieri  ed emozioni; il maggior movimento del diaframma massaggia gli organi interni come fegato, pancreas, stomaco, cuore, polmoni  che sono attaccati alla membrana diaframmatica, che viene mossa su e giù durante la respirazione. Questi benefici sono documentati in innumerevoli studi  scientifici misurando i cambiamenti  dei parametri fisiologici indicatori dello stress o degli stati di benessere mentale.
Molti autori e divulgatori moderni credono che lo yoga si basi principalmente sulle posizioni (asana). La visione dello yoga tradizionale e la sua essenza più intima  sono  invece fondate sul controllo del respiro e sull’importanza di trattenere il prana nell’organismo. Questo si può ottenere attraverso uno schema  di respirazione diaframmatica, molto lenta e leggera, come prescrivono gli antichi testi sacri. Uno yogi esperto può arrivare ad un solo ciclo respiratorio al minuto. Una ipotesi molto suggestiva  sostenuta da Buteyko è che il prana possa essere identificato nella Co2. L’ipotesi di ButeyKo è che, come abbiamo descritto , una respirazione lenta che trattenga oltre certi limiti l’anidride carbonica negli alveoli polmonari, possa essere fonte di calma, benessere mentale e combattere diverse patologie respiratorie ed i sintomi dello stress. Secondo l’Autore, la vera finalità del Pranayama è quella di raggiungere un controllo volontario della respirazione riducendo la frequenza respiratoria. ButeyKo ritiene che il  metodo scoperto da lui sia in perfetto accordo con gli intenti originari delle pratiche yogiche del respiro. ( http://www.normalbreathing.com/yoga.php )

Conclusioni. In questa breve rassegna delle tecniche respiratorie utilizzate terapeuticamente nell’ansia e nel panico, mi sembra importante riconoscere che esistono  sostanzialmente due diversi fondamentali approcci  basati sulla respirazione controllata. Una modalità che potremmo definire “esplorativa” che fa ricorso a schemi respiratori veloci o più meno forzati, come accade nel Rebirthing, nella Respirazione Olotropica ed in alcune tecniche del Pranayama  ( respirazione diaframmatica veloce a mantice, respiro del fuoco). Queste tecniche attraverso una iperventilazione volontaria sembrano indurre stati di coscienza alterati di tipo ipnoide che favoriscono il riemergere di materiale inconscio biografico e transpersonale. Gli effetti terapeutici di questi processi sono documentati in particolare nelle opere di Stanislav Grof. ( 1,2 ) Alcuni autori tra cui lo stesso Grof, sembrano però rifiutare la tesi che la condizione di iperventilazione volontaria sia paragonabile all’iperventilazione patologica con ipocapnia ( riduzione di anidride carbonica) presente negli attacchi di panico (1, pag.198 ). Nel rebirthing viene sostenuta lo stesso punto di vista: che la respirazione veloce diaframmatica, consapevole, senza  forzare l’espirazione, in stato di rilassamento profondo, eseguita attraverso l’immobilità iniziale non produce condizioni di ipocapnia ma al contrario può avere una efficacia anche nella cura degli stati ansiosi.  I sintomi iniziale di formicolio, lievi vertigini, e leggeri spasmi muscolari che si possono avvertire inizialmente sembrano regredire, se si prosegue la pratica del respiro circolare e con un training costante. Ciò  probabilmente risulta vero in diversi casi, come anche io ho potuto  verificare nella mia personale esperienza di rebirther. Ma in pazienti fortemente ansiosi o tendenti all’iperventilazione, inizialmente ritengo sia consigliabile non utilizzare inizialmente tali tecniche “forzate”. I fattori terapeutici delle tecniche descritte sopra, vanno ricercati nella attenzione sul respiro consapevole, nello stato di immobilità e di profondo rilassamento, nell’induzione di stati alterati di coscienza, nella azione degli oppioidi naturali (endorfine) che si liberano durante la respirazione circolare.
Esiste una seconda  modalità di utilizzo della respirazione volontaria, come abbiamo già descritto, basata su un ritmo lento e diaframmatico del respiro: le tecniche di respirazione del Pranayama ed il metodo Buteyco. Tra i due approcci ci sono diverse convergenze. Queste tecniche, come abbiamo visto, sono volte a rieducare il respiro e producono in modo rapido condizioni di calma e di rilassamento profondo. I principi sui quali si basano le intuizioni di Buteyko, respirare di meno per rendere più efficiente la respirazione, confermano e ricalcano gli antichi principi e schemi pratici della respirazione yogica del pranayama, sul trattenimento del prana nell’organismo. Tali tecniche mi sembrano uno strumento  maggiormente indicato ad affrontare, almeno inizialmente, i sintomi dall’ansia e del panico nei pazienti, poiché rivolte a modificare quelle condizioni fisiologiche ( tendenza all’iperventilazione) che spesso funge di innesco alle crisi di panico e di ansia.  Esistono ad ulteriore conferma dell’efficacia pratica di tali tecniche, numerosi studi scientifici recenti che forniscono spiegazioni e confermano l’efficacia terapeutica e i benefici  delle tecniche di respirazione volontaria basate su un ritmo lento, dimostrando diversi effetti benefici sull’organismo. Per citarne alcuni: riduzione dell’attività del sistema nervoso simpatico e stimolazione del sistema nervoso parasimpatico, con diversi effetti positivi sull’organismo, come la regolarizzazione della pressione arteriosa elevata; riduzione della frequenza cardiaca; diminuzione del fabbisogno di ossigeno da parte dei tessuti e del cervello; aumento dell’incidenza di onde theta nell’elettroencefalogramma ( le onde theta si producono in stati di rilassamento profondo, in condizioni di benessere e stati meditativi); sincronizzazione degli elementi neurali del cuore, dei polmoni, della corteccia cerebrale e del sistema limbico; azione stimolante sul sistema immunitario [Grossman, 2001; Rosenthal, 2001; Radaelli, 2004; Giuseppe, 2005; Sanya, 2005; Jerath, 2006; Pinna, 2006; Tzeng, 2009).
                                                                                                                                                                    Pasquale Rossi


Bibliografia:
1.  Stanislav Grof – Respirazione Olotropica ( Ed. Urrà)
2.  Stanislav Grof- La Mente Olotropica 8 Ed. Red)
3.  J.Leonard, P.Laut- Rebirthing
4. L. Orr – Rebirthing. La Respirazione Consapevole.
5. A. De Luca – Rebirthing, la Terapia della Rinascita.
6. F. Ferraro – Attacco all’asma… e non solo ( ed. Bis) ( sul metodo Buteyco)

7. Yoga Ramacharaka- La Respirazione e la Salute (ed. Napoleone)

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