Psicologia della Nutrizione
Cibo Buono, Cibo Cattivo
by Pasquale Rossi


Se vi ritrovaste naufraghi  su un’isola deserta   con la possibilità di scegliere uno solo fra questi alimenti in modo da garantirvi le migliori possibilità di sopravvivenza per un anno o due, quale scegliereste tra questi: banane, hot dog, germogli di erba medica, spinaci, pesche, cioccolato al latte, mais ?
Paul  Rozin, ricercatore americano e psicologo della nutrizione ha pensato di chiederlo  realmente ad un campione di popolazione per studiare gli stereotipi e i pregiudizi legati alle scelte alimentari.  Le risposte sono state le seguenti:   il 42% delle persone intervistate ha scelto banane, spinaci 27%, 12% di mais, il 7% germogli di erba medica, 5% pesche, 4% hot dog, e 3% di cioccolato al latte. Rozin ha scoperto con sorpresa che solo  il sette per cento delle persone ha scelto un cibo che potrebbe effettivamente offrire loro abbastanza calorie e tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per la sopravvivenza a lungo termine. Non  i germogli di erba medica (che non conterrebbero sufficienti calorie): ma  hot dog e cioccolato al latte. È evidente che tale scelta è influenzata da alcune informazioni  incomplete del tipo che la frutta fa bene, e gli hot dog  fanno male. Verissimo, ma nelle risposte, la stragrande maggioranza degli intervistati non tiene assolutamente conto del fatto che  un naufrago avrà sicuramente bisogno di calorie, di proteine e grassi, per cui la risposta più razionale,  basata su un minimo di conoscenze alimentari, dovrebbe  essere hot dog o cioccolata! Questi due prodotti di origine animale (latte in cioccolato al latte) forniscono proteine e grassi, due nutrienti necessari che sarebbero carenti negli altri alimenti. Nel complesso, gli  hot dog avrebbero fornito tutti gli elementi necessari, proteine sufficienti, e una più ottimale bilanciamento di aminoacidi, e per quanto criminalizzato, in tale contesto è il cibo più adatto per aiutare un naufrago  a sopravvivere per un anno. Questo test  mostra come siano frammentarie ed approssimative le conoscenze di base nel campo della nutrizione e delle scelte alimentari. Del resto il problema del sovrappeso sta diventando una vera e propria emergenza. l’italia che nei decenni passati presentava una situazione completamente diversa dai paesi  del Nord Europa e Stati Uniti è  tra i primi ora nei paesi industrializzati per la percentuale di obesi. Nel corso dell’Obesity Day sono stati confermati i dati preoccupanti sul continuo aumento degli obesi in Italia, anche fra i bambini: il 12% dei piccoli è obeso, così come il 10% degli adulti, una vera epidemia che ogni anno provoca con le sue complicanze la morte di oltre 50mila persone e comporta costi che arrivano a 23 miliardi di euro. In testa sono i bambini della Campania, dove la percentuale sale al 20%, uno su cinque, ma, come osserva Ignazio Marino, presidente della Commissione d’inchesta sul Servizio Sanitario Nazionale: «La situazione è allarmante anche in Molise, Calabria, Sicilia ma si fa fatica a comprendere che è una malattia».
Le cause di questa  fenomeno  sono rintracciabili soprattutto nelle scarse conoscenze nutrizionali della popolazione,come sottolinea in modo eloquente il test di Rozin, nei  pregiudizi personali, nelle ambigue informazioni che provengono  dalla pubblicità, dai media,nei  fattori individuali genetici, legati sia alla genetica, e non ultimo a fattori  mentali come   stress e conflitti psichici che condizionano le scelte alimentari, e la dipendenza da taluni cibi.
 Per affrontare radicalmente il problema è necessaria una campagna di prevenzione e sensibilizzazione, capillarizzata che parte dalla scuola primaria. Nei casi di sovrappeso o di obesità è necessario spesso affrontare il problema ricorrendo ad un staff di professionisti che lavorano in sinergia:  il medico, il nutrizionista e lo psicoterapeuta . La figura dello psicoterapeuta con competenze specifiche nel campo della psicologia della nutrizione consente di affrontare le problematiche psicologiche legate sia alla dieta  che all’emotional eating  (fame nervosa),  responsabile nella stragrande maggioranza dei casi del sovrappeso. Il riconoscimento dei propri schemi  alimentari sbagliati, la gestione dello stress, l’utilizzo di tecniche psicologiche per gestire l’emotional eating, accanto a corrette informazioni e conoscenze nutrizionali permettono di ottenere successi rispetto al solo approccio dietologico.
Il test di è stato strutturato da Rozin,  accostando saggiamente alcuni alimenti particolarmente ricchi dal punto di vista nutrizionale di vitamine e antiossidanti quali frutta e germogli, ma che da soli non fornirebbero  le calorie sufficienti al povero naufrago, con altri scadenti come il panino con l’hot dog. Scadente poiché ricco di grassi di pessima qualità e conservanti, pochissime fibre e scarse vitamine, caratteristica di molti alimenti di oggi  definiti  cibo “spazzatura” che forniscono “calorie vuote”,  responsabili  in molti casi dei problemi di sovrappeso. Ma mentre il cibo spazzatura è responsabile dell’obesità, nel caso del naufrago può salvargli la vita. Oggi fortunatamente, ma fino ad un certo punto, non ci troviamo nelle condizioni del naufrago, che al pari dei nostri antenati, deve  procacciarsi il cibo con  stratagemmi e/o fatica fisica. Ma l’elevata disponibilità di cibo, nei paesi ricchi, è diventata proprio una delle cause dei problemi sopraesposti. Di contro uno dei fattori che possono contribuire a migliorare la propria alimentazione è proprio il corretto abbinamento degli alimenti, fornendo in sinergia tutti i nutrienti di cui abbiamo realmente bisogno. Seguendo questo ragionamento, ed osservando la lista degli alimenti, ho immaginato anche una versione alternativa del test di Rozin . Se, ad esempio, ad un naufrago più fortunato, fosse stato proposto: “ se doveste escludere un solo cibo dalla lista degli alimenti sopra proposta , assicurandovi gli altri per un anno, quale eliminereste?”.   E’  indubbio che la scelta del naufrago ,  probabilmente corretta  da un punto di vista nutrizionale sarebbe stata di eliminare l' hot dog! Almeno è quanto avrei scelto  io.

Pasquale Rossi.




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