Felicità ed Ambientalismo


6 Regole per essere felici ( e che  salvano la Terra)

Si  è concluso il mese scorso presso l’Officina delle Idee di Angri (Sa) il ciclo di incontri sulla ricerca della felicità. Nel ciclo di incontri e  le diverse rflessioni tra Psicoterapeuti ed esperti di Filosofia è emersa una idea forte e ricorrente: che l’esperienza  della felicità costituisce una sottile alchimia tra  la sfera psichica emozionale e  quella cognitiva,  dove la prima ci consente vivere emozioni e stati d’animo di piacere, entusiasmo o gioia. La seconda riguarda più gli aspetti valutativi sulla soddisfazione esistenziale o anche progettuali di decisioni e scelte di vita. La “costruzione della felicità” è sicuramente un concetto emerso nell’età moderna, consolidatosi  in quella post-moderna. Oggi attraverso i comportamenti di massa tendenti all’iperconsumismo ha assunto piuttosto la connotazione di una “felicità omologata”, mera illusione di una pseudo-felicità, caratterizzata da un compulsivo senso di possesso e di corsa al consumo di beni usa-e getta perlopiù inutili. In un recente articolo che ho letto mi ha colpito il semplice quanto efficace vademecum proposto da Miriam Tatzel nella recente Convention annuale dell’American Psychological Association. Attraverso semplici regole la Tatzel propone comportamenti ed atteggiamenti che possono aiutare ad essere più felici. La caratteristica di questa proposta è che tale condotta è sorprendentemente, ma non tanto, anche in linea con un fondamentale impegno ambientalista. “Sappiamo tutti- sostiene la ricercatrice- di come la corsa ai consumi stia depauperando le risorse della terra,  provocando il surriscaldamento del pianeta con scenari apocalittici. Da più parti si sostiene che bisogna cambiare la modalità di vivere e consumare. E questo viene percepito  come causa di frustrazione e abbattimento per coloro che sono abituati ad un certo tenore di vita. Ma cosa succede se i consumatori scoprissero che ciò che è buono per l’ambiente potrebbe favorire anche condizioni di felicità individuale”. Vediamo in cosa consistono queste sei semplici regole di vita.


1.    Coltivare una propria passione o un talento. Ciascuno è più bravo o capace di fare qualcosa meglio degli altri. È importante dedicare del tempo a questo per sviluppare sentimenti di gratificazione e soddisfazione nel praticare ed esprimere un proprio talento. È poco importante cosa sia o se non ha necessariamente una utilità pratica ( anzi il più delle volte non ne ha) se non quello di produrre emozioni e stati d’animo positivi. Se non si sa quali  sono i propri talenti, vale la pena di scoprirli.
2.    Essere parsimoniosi. spendere e consumare più di quanto si possiede è una strada sicura per l’infelicità. Molti fanno dei debiti per permettersi un tenore di vita alto. Ma i debiti producono molto stress e disagi sicuramente sproporzionati ai vantaggi che possono offrire le cose che si possiedono. Ciò che succede nei singoli ha un riflesso anche nell’economia mondiale e nella recente crisi causata dall’indebitamento delle banche. Se si acquista di meno, non c’è bisogno di guadagnare tanti soldi e c’è più tempo per dedicarsi ad altro.
3.    Sostituire le esperienze agli oggetti da possedere Quando cè da poter scegliere tra vivere una nuova esperienza o acquistare qualcosa scegliamo l’esperienza! A meno che l’oggetto che acquistiamo non comporti nuove esperienze ( se si riflette il più delle volte questo non accade). Le esperienze vivono più a lungo nella mente, sono incomparabili e spesso non costano nulla o poco.
4.    Migliorare ed intensificare le relazioni Attraverso i buoni rapporti si possono ricevere quelle che l’Analisi Transazionale chiama “carezze”. Le carezze sono perlopiù gratuite e soddisfano il bisogno di riconoscimento, di appartenenza e di protezione. Inutile dilungarci su  quanto facciano sentire bene!
5.    Accettare se stessi “Stare bene con chi si è” è il primo presupposto per poter essere felici. Imparare nuove cose o sviluppare nuove qualità o competenze fa parte di un naturale processo evolutivo, come del resto la natura e lo stesso universo evolve verso una maggiore complessità, ma piacersi già per come si è favorisce naturalmente condizioni di benessere psicologico e di maggiore autostima.
6.    Cercare la libertà e l’indipendenza. In qualsiasi attività che sia il lavoro, nel tempo libero o in casa è importante ricercare condizioni di indipendenza rinunciando anche a guadagnare o possedere di più. Sebbene per come viviamo, la libertà totale forse è impensabile, è importante non sentirsi oppressi o eccessivamente controllati dagli altri o dall’ambiente.
Quanto propone la Tatzel sembra funzionare così: “consumare di meno = essere più felici = aver bisogno di meno e così via… Si innesca in tal modo un ciclo che produce più emozioni positive riducendo la spinta compulsiva di consumare. È esattamente l’opposto del ciclo psicologico dell’ iperconsumismo. Mi sento giù e infelice, devo consumare di più, anche indebitandomi, mi sento di nuovo infelice, devo consumare ancora di più ecc. Del resto in questa società le persone più ammirate, se non idolatrate, sono quelle straordinariamente ricche o di successo. Questi standard sebbene irraggiungibili per la stragrande maggioranza delle persone, spingono molti a tentare di emularli lavorando di più e spendendo di più ma innescando, come abbiamo visto un ciclo dannoso se non distruttivo. Riducendo i consumi e puntando su altre direzioni esperienziali e valoriali si producono anche dei benefici per l’ambiente stesso. Sembra che ciò che fa bene all’individuo faccia bene anche alla stessa Terra”.

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